Illustremente e da sempre grande appassionato di funghi, nel 1831 Carlo Vittadini pubblicò la Monographia Tuberacearum, dove descrisse ben oltre 65 specie di Tartufi: partendo da quelle più note fino a quelle più rare arrivò ad identificarne ben oltre 50 specie fino ad allora sconosciute.
Un’opera meticolosa composta di 5 tavole a colori disegnate di suo pugno, dove assegnava il nome botanico a ciascuna specie di tartufo.
Carlo Vittadini fu un vero e proprio pioniere ed ancor oggi le nomenclature da lui coniate per i “funghi ipogei” sono utilizzate in tutti i documenti botanico-scientifici e in tutte le classificazioni dei tartufi
La meticolosità e la passione nel descrivere le varie specie di tartufi è senza dubbio encomiabile: ne illustrò prima la forma, la grandezza che ciascuna tipologia può raggiungere, il colore e la dimensione delle spore, le caratteristiche della gleba(ne osservò con dovizia di particolari anche le consistenze dei loculi) ed espresse con attenzione gli odori e la gradevolezza olfattiva di ciascun tartufo.
Il Vittadini non tralasciò alcun dettaglio e dedicò nei suoi elaborati estrema attenzione anche al terreno, al territorio dove ciascun tartufo veniva rinvenuto, ai suoi simbionti e alla illustrazione della stagionalità dei preziosi tuberi.